Tenere in piedi Signal costa sempre di più
2023-11-22 06:7:26 Author: www.wired.it(查看原文) 阅读量:3 收藏

L'applicazione di messaggistica e chiamate criptate Signal è diventata un fenomeno unico nel mondo tech: da strumento di comunicazione preferito dalle élite ossessionate della privacy, la piattaforma è diventata un servizio mainstream con centinaia di milioni di installazioni in tutto il mondo. E lo ha fatto senza scopo di lucro, senza capitali di rischio o modelli di monetizzazione, e tenendo testa a concorrenti della Silicon Valley che possono contare su enormi finanziamenti, come WhatsApp, Facebook Messenger, Gmail e iMessage.

Ora Signal ha rivelato cosa serve per ottenere un risultato del genere: un sacco di soldi. Per la prima volta, la Signal Foundation, che gestisce l'applicazione, ha pubblicato un'analisi dei costi operativi del servizio: circa 40 milioni di dollari quest'anno, che sono destinati a salire fino a 50 milioni di dollari entro il 2025.

La presidente della Signal Foundation, Meredith Whittaker, spiega che la decisione di pubblicare per la prima volta nel dettaglio i costi della piattaforma sul blog dell'azienda non è solo un modo per incoraggiare le donazioni. Rivelando quanto costa gestire un moderno servizio di comunicazione, Whittaker ha voluto richiamare l'attenzione sul modo in cui i rivali di Signal finanziano queste spese: monetizzando i dati degli utenti o inserendoli in reti che molto spesso operano con un modello basato sulla sorveglianza.

I costi di Signal

"Siamo onesti su questi costi e crediamo che questo contribuisca a far luce sul motore dell'industria tecnologica, il modello di business basato sulla sorveglianza, che non è sempre evidente alle persone", spiega Whittaker a Wired US. Gestire un servizio come Signal – ma lo stesso vale per WhatsApp ,Gmail oTelegram – è “sorprendentemente costoso. Forse non lo sapete, e c'è una buona ragione per cui non lo sapete, cioè che le aziende che pagano queste spese tramite la sorveglianza non vogliono che lo sappiate”, aggiunge.

Signal spende 14 milioni di dollari all'anno in infrastrutture, che comprendono i costi dei server, della velocità di trasmissione e dello storage. Solo per le chiamate vocali e le videochiamate utilizza circa 20 petabyte di velocità di trasferimento all'anno, che si traducono in 1,7 milioni di dollari annui. La fetta più grande di questi costi infrastrutturali, circa 6 milioni di dollari all'anno, serve a pagare le aziende di telecomunicazioni per gli sms che Signal usa per inviare i codici di registrazione necessari a verificare i numeri di telefono dei nuovi account. La fondazione riporta che questa spesa è aumentata, perché le società di telecomunicazioni fanno pagare di più i messaggi di testo nel tentativo di compensare il calo nell'uso degli sms.

Altri 19 milioni di dollari all'anno circa del bilancio della fondazione servono a pagare il personale. Oggi Signal impiega circa 50 persone, un team molto più numeroso rispetto a qualche anno fa. Nel 2016 c'erano solo tre dipendenti a tempo pieno, che lavoravano in un'unica stanza in uno spazio di coworking a San Francisco. "Le persone non andavano in ferie – racconta Whittaker –. Non prendevano l'aereo perché non volevano essere offline in caso di guasti o altro". E anche se lo staff non è più ridotto all'osso, la presidente di Signal spiega che 50 persone sono ancora poche rispetto a servizi con basi di utenti simili, che spesso hanno migliaia di dipendenti.

Pur sottolineando che Signal cerca di mantenere la propria attività la più snella possibile, Whittaker fa notare che molte delle funzioni del servizio costano di più rispetto ad altre piattaforme di comunicazione, a causa dei costi aggiuntivi necessari a preservare la privacy. Signal, per esempio, applica la crittografia non solo al contenuto delle chiamate e dei messaggi, ma anche ai contatti degli utenti e addirittura ai nomi e le foto profilo, oltre che alle funzioni più oscure come la ricerca di gif animate. Questo significa che spesso elementi dell'app all'apparenza semplici richiedono una progettazione molto più lunga e costosa.

Il ruolo delle donazioni

In origine, Signal è stato fondato con i finanziamenti del Fondo per la tecnologia aperta del Dipartimento di stato americano. Da allora, però, il servizio fa affidamento sulle donazioni per rimanere a galla. Nel 2018, poi, è stata creata la Signal Foundation; quando ha lasciato Facebook per diventarne presidente, il cofondatore di WhatsApp Brian Acton ha donato all'ente 50 milioni di dollari, che oggi corrispondono a poco più di un anno di bilancio dell'azienda. Ma ci sono altri donatori importanti che continuano a coprire i costi della fondazione, spiega Whittaker: il cofondatore di Twitter Jack Dorsey, per esempio, ha promesso un milione di dollari all'anno e altri finanziatori, di cui Whittaker non vuole fare il nome, hanno messo a disposizioni contributi altrettanto consistenti.

Ma Signal spera di poter contare sempre più sulle donazioni di 3 dollari che possono essere inviate direttamente dall'applicazione (insieme a quella mensili da 5 dollari o più, che vengono ricompensate con un badge per l'account dell'utente). Signal fa sapere che queste piccole donazioni oggi finanziano il 25 cento dei suoi costi operativi, rispetto al 18 per cento dell'anno scorso, il primo in cui erano abilitati i contributi in-app. Ma per per continuare a esistere e crescere senza dipendere da pochi soggetti facoltosi le piccole donazioni degli utenti dovranno aumentare in modo significativo, evidenzia Whittaker.

Ma a fronte di un bilancio annuale di quasi 50 milioni di dollari, Signal può davvero sopravvivere solo con queste donazioni? "Dobbiamo farlo – dice Whittaker –. Signal deve trovare un modo per sopravvivere per sempre, perché è lo strumento per garantire comunicazioni private".

La numero uno della Signal Foundation precisa che non è mai stata presa in considerazione l'ipotesi di far pagare gli utenti: Signal non sarebbe riuscita a far crescere la sua rete a un livello tale da poter competere con iMessage o WhatsApp se non fosse stata gratuita. Il servizio poi non può adottare un modello commerciale finanziato da capitale di rischio, che lo renderebbe vulnerabile agli investitori o agli azionisti che chiedono profitti.

Per Whittaker, in definitiva, rendere pubblici i costi di Signal non serve solo a raccogliere fondi per continuare a proteggere le comunicazioni degli utenti, ma anche a denunciare le pratiche anti-privacy del resto dell'industria tecnologica. "La condizione predefinita è la sorveglianza. È l'acqua in cui nuotiamo. Come possiamo nuotare controcorrente? Spero che essere onesti su questi costi spinga le persone a porre domande migliori alle altre organizzazioni tecnologiche, a capire meglio cosa sta accadendo e come siamo arrivati a una situazione in cui una manciata di aziende ha un potere così grande a livello globale, basato sul perfezionamento del modello di business della sorveglianza".

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.


文章来源: https://www.wired.it/article/signal-costi-operativi-meredith-whittaker/
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