Intelligence delle cose e guerra ibrida: così cambia l’architettura di sicurezza e governance dell’Italia
2023-12-19 23:46:38 Author: www.cybersecurity360.it(查看原文) 阅读量:7 收藏

TECNOLOGIA E SICUREZZA

I focus del Consiglio Supremo di Difesa, riunitosi qualche giorno fa al Palazzo del Quirinale, sono stati le due guerre in corso, quella russo-ucraina e quella mediorientale, le situazioni critiche nel mondo e, soprattutto, l’impatto delle nuove tecnologie sugli scenari strategici, in continuo cambiamento. Ecco le sfide di sicurezza

Pubblicato il 19 Dic 2023

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Marco Santarelli

Investigative Analysis Government Entities, Advisory Information Security and Terrorism, Semiotics and Intelligence Professor

Il rapporto tra uomo e oggetti connessi, con tutti i rischi che questa “relazione pericolosa” comporta, è stato uno dei temi discussi dal Consiglio Supremo di Difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e riunitosi qualche giorno fa al Palazzo del Quirinale.

Le sfide del futuro: l’Intelligence of Things

Vero è, infatti, che con l’evoluzione del concetto di sicurezza, non possiamo più parlare solo di protezione fisica. La società e l’intelligence internazionale giocano una nuova partita intersecando e studiando sempre più il rapporto tra le persone e le cose. Quindi, il problema si sposta: il termine “oggetto” fino a poco fa indicava ciò che avevamo di fronte come arredo, simulacro. Oggi l’oggetto è diventato la cosa.

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Sarebbe un errore imperdonabile credere che i fenomeni di terrorismo o di criminalità si possano riprodurre con i parametri passati. Oggi lo scenario è molto più multiforme. Non riguarda più solo l’uomo inteso come motore delle attività criminali, ma è la relazione tra gli uomini e gli oggetti, definiti, come detto sopra, cose, che può far scaturire, ad esempio, un atto terroristico.

Pensiamo alla capacità di un attacco hacker – vedi il caso di SolarWinds o dell’oleodotto della Colonial Pipeline – di mettere in ginocchio un intero paese.

Il controllo non avviene nell’oggetto in sé e per sé, tutta la tematica di Internet delle cose non ricade nelle cose o oggetti così come le vediamo noi, avviene tramite un collegamento, avviene prettamente nella comunicazione. Nel protocollo. Nell’informazione che si instaura tra gli attori e i giocatori in gioco. Noi studiamo la maggior parte dei casi quando le cose sono già accadute. Non ci preoccupiamo di come le cose accadono e del perché.

L’Internet delle cose va in qualche modo evoluto con quello che possiamo chiamare Intelligence delle cose perché non sono più i dialoghi tra oggetti statici che determinano la nostra realtà quotidiana, ma la capacità attraverso la quale tali oggetti riescono a cambiarci automaticamente la vita e che sono in connessione automaticamente con noi, creando dei sistemi sociali. In questi sistemi sociali si evolvono anche i pericoli e le insicurezze.

Non bisogna focalizzare l’attenzione sull’importanza primaria dell’uomo o della macchina, ma sulla possibilità che tale rapporto possa avere un senso solo se e come comunicazione, ovvero informazioni.

Queste cose sono reperibili anche nel terrorismo o nella cybersecurity o nella vita di tutti giorni. Ovvero la capacità di individuare ciò che mette in pericolo la nostra esistenza non più da canali tradizionali, ma da interfaccia totalmente insospettabili.

Lì ricade lo studio di Intelligence delle cose.

Gli altri temi della Difesa italiana

L’altro importante tema affrontato dal recente Consiglio Supremo di Difesa, al quale tra gli altri hanno partecipato anche Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri, Antonio Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Matteo Piantedosi, Ministro dell’interno, Guido Crosetto, Ministro della difesa, Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’economia e delle finanze e l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di Stato maggiore della difesa, è stata la guerra tra Russia e Ucraina e la riconferma della posizione dell’Italia a sostegno dell’Ucraina e a condanna dell’attacco da parte di Mosca è stato il primo argomento affrontato.

La volontà condivisa con i partner europei e atlantici è quella di trovare una via di pace “giusta e duratura, in conformità al diritto internazionale” e che conduca alla ricostruzione della devastata Ucraina.

In merito agli scontri in Medio Oriente, il Consiglio ha condannato l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e le oltre mille vittime anche civili, tra cui tre connazionali, e più di duecento rapiti tra donne, bambini e anziani e ha manifestato preoccupazione per gli atti di antisemitismo che si stanno diffondendo nel nostro Paese e nel mondo.

Secondo il Consiglio, gli ostaggi vanno rilasciati, Israele ha diritto a difendersi, secondo le norme internazionali, ma va preservata l’incolumità dei civili e va contenuto il raggio d’azione del conflitto per evitare che si allarghi ulteriormente nella regione (per questo è importante fermare gli scontri in Cisgiordania).

Sicuramente la pausa militare che Israele ha assicurato per ragioni umanitarie è stato un segnale importante che ha permesso a Nazioni Unite e altri enti di portare soccorso e di rilasciare parte degli ostaggi ed è auspicabile riproporre altre pause umanitarie.

Nell’invio di aiuti umanitari da parte dell’Italia c’è anche l’unità navale attrezzata con un ospedale imbarcato per l’assistenza sanitaria al porto di Al Arish in Egitto e l’attività istruttoria per portare una struttura sanitaria da campo nella Striscia di Gaza.

Anche in questo caso è necessario “favorire la ripresa di un dialogo politico con l’Autorità Nazionale Palestinese, al fine di individuare una soluzione sostenibile e duratura del conflitto israelo-palestinese basata sul principio “due popoli, due Stati”.

Il Consiglio Supremo di Difesa si è soffermato anche sulle altre situazioni critiche, quella sulla Linea Blu, che divide Libano e Israele, presidiata dai soldati della missione UNIFIL delle Nazioni Unite, con oltre mille militari italiani al suo interno, quella sui Balcani Occidentali, quelle del Mediterraneo allargato, del Sahel e quella africana.

L’architettura di sicurezza e di governance nazionale

In questo quadro globale e in considerazione della continua evoluzione degli scenari strategici, che risentono anche dell’impatto delle nuove tecnologie sugli equilibri internazionali, il Consiglio ha ribadito che è necessario focalizzarsi sui domini cibernetico, spaziale e subacqueo, ma anche sulla dimensione cognitiva e che “Una più efficace architettura di sicurezza e di governance nazionale è condizione per contrastare le nuove minacce nonché i rischi di uso offensivo delle tecnologie emergenti quali l’intelligenza artificiale. Considerata la trasversalità delle minacce ibride, è indispensabile uno sforzo congiunto del sistema Paese”.

La riforma dell’intelligence italiana

Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, per far fronte alle nuove minacce ibride, ha già annunciato qualche mese fa una riforma sui servizi informativi italiani, sottolineando l’importanza di “una migliore articolazione amministrativa, soprattutto nel settore economico finanziario con una disciplina seria delle garanzie funzionali, che non riguarda solamente il tema delle intercettazioni telefoniche”, ma estende le garanzie funzionali per esonerare funzionari di AISE e AISI da responsabilità penale in caso di azioni configurabili come reato all’interno del loro operato.

Inoltre, con l’intelligence economica che ha preso piede negli ultimi anni, anche se già con la legge 124 del 2007 era emersa la sua importanza, dato che tra gli interessi da tutelare erano stati inseriti quelli economici, scientifici e industriali, e la tecnologia che si è affermata sempre più come settore centrale, è fondamentale puntare, secondo Mantovano, al potenziamento dell’innovazione tecnologica delle singole nazioni e allo snellimento delle filiere produttive.

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