Gen 16, 2024 Approfondimenti, In evidenza, Minacce, RSS
Uno dei pericoli principali per la sicurezza informatica delle aziende è l’errore umano. In genere quando si parla di questo tipo di errori si pensa a incidenti occasionali e provocati da azioni pericolose involontarie, ma spesso si sottovalutano i comportamenti deliberatamente dannosi.
Un recente studio di Kaspersky ha rivelato che negli ultimi due anni il 20% delle imprese di tutto il mondo ha subito incidenti informatici a causa di comportamenti illeciti per scopi personali da parte dei dipendenti. La compagnia ha riportato come esempio un caso verificatosi in Tesla: due ex dipendenti hanno rivelato a un giornale tedesco informazioni sensibili di più di 75.000 ex colleghi, come nomi, indirizzi, numeri di telefono e email.
Le minacce interne non vanno mai sottovalutate, siano esse intenzionali che non intenzionali. Mentre le seconde sono provocate da errori accidentali, come cadere nelle trappole del phishing, le prime sono causate da personale malintenzionato che agisce per danneggiare il datore di lavoro.
Questi insider sono molto pericolosi perché hanno il vantaggio di conoscere l’infrastruttura e i processi dell’organizzazione, oltre agli strumenti di sicurezza in uso; inoltre, poiché sono già all’interno della rete aziendale, non hanno bisogno di lavorare ad attacchi per compromettere il perimetro esterno. Bisogna considerare poi che avendo amici e colleghi all’interno dell’azienda per loro è più facile eseguire attacchi di social engineering.
Di solito queste persone agiscono per ottenere un guadagno economico, vendendo le informazioni sensibili a terzi, come concorrenti o cybercriminali. Ci possono essere poi anche motivazioni legate alla vendetta, per esempio in caso di licenziamento o di comportamenti del datore di lavoro giudicati scorretti dal dipendente, come un mancato aumento.
In alcuni casi gli insider vengono reclutati dai cybercriminali in cambio di compensi economici per compromettere più facilmente l’organizzazione e ottenere i dati sensibili dell’azienda.
“Gli attori malevoli possono essere scoperti ovunque: nelle grandi aziende o nelle piccole imprese, non si sa mai. Ecco perché le aziende dovrebbero costruire un sistema di sicurezza informatica aggiornato, resiliente e trasparente, unendo soluzioni di protezione efficaci, protocolli di sicurezza smart e programmi di formazione per il personale IT e non IT per salvaguardarsi da questa minaccia. Inoltre, è fondamentale implementare prodotti e soluzioni che proteggano l’infrastruttura dell’organizzazione” ha commentato Alexey Vovk, Head of Information Security di Kaspersky.
Oltre a investire sulla formazione di cybersecurity per i dipendenti, Kaspersky consiglia alle imprese di prevedere un piano per disabilitare i permessi di un collaboratore quando cambia posto di lavoro, per evitare che possa accedere al vecchio account aziendale anche dopo l’interruzione del rapporto lavorativo.
È consigliabile limitare se non vietare l’uso di dispositivi personali e di applicazioni di terze parti, e controllare l’utilizzo dei device per evitare fughe di dati e rischi di infezione. Infine, i diritti di amministratore per ogni dispositivo andrebbero limitati alle opzioni strettamente necessarie per le attività.