Feb 13, 2024 Attacchi, In evidenza, News, RSS
Un ransomware ha preso di mira 21 ospedali rumeni cifrando i database e costringendo medici e personale a tornare ai supporti cartacei. L’attacco è avvenuto lo scorso 11 febbraio e ha colpito i server dell’Hipocrate Information System (HIS), il sistema utilizzato dagli ospedali per la gestione delle attività e dei dati dei pazienti.
Il Ministero della Salute rumeno ha confermato che il sistema è offline e tutti i dati sono stati cifrati. Tra le strutture colpite ci sono ospedali comunali e provinciali, istituti di oncologia e di malattie cardiovascolari e l’ospedale pediatrico di Pitesti, il quale è stato colpito già a partire dal 10 febbraio.
Secondo il DNSC, il centro nazionale per la sicurezza informatica, il ransomware che ha colpito gli ospedali rumeni sarebbe Backmydata, una variante di Phobos. Non è ancora chiaro chi ci sia dietro l’attacco, ma è probabile che si tratti di 8Base, gruppo che aveva utilizzato il ransomware in diverse campagne lo scorso novembre.
Il DNSC ha affermato che le altre 79 strutture del sistema sanitario rumeno sono state disconnesse da internet per evitare di essere coinvolte nella campagna. “La maggior parte degli ospedali colpiti dispone di backup dei dati dei server, con informazioni salvate relativamente di recente (1,2 o 3 giorni fa), tranne uno, i cui dati sono stati salvati 12 giorni fa” spiega il centro di sicurezza. Ciò, a detta delle autorità, dovrebbe consentire un ripristino veloce di dati e servizi.
AGERPRES, agenzia di stampa nazionale della Romania, ha reso noto che i medici e il personale sanitario stanno scrivendo a mano moduli di ammissione, ricette e terapie. “Dopo lo spegnimento dei 400 computer e server, abbiamo lavorato il più possibile su carta” spiega Mirela Grosu, direttrice dell’Istituto Regionale di Oncologia. “Tutto viene fatto su supporto cartaceo, come lavoravamo qualche anno fa”.
Le indagini al momento sono ancora in corso e non ci sono altri aggiornamenti sulla ripresa delle normali attività.