Un’intervista attesa da molti (per lo più sovranisti americani) tra il CEO di Twitter, Elon Musk, e l’ex Presidente Donald Trump ha subito una breve interruzione a causa di un attacco DDoS che ha colpito i server della piattaforma X. Musk ha confermato in una dichiarazione ufficiale che l’incontro, previsto per le 20:00 di lunedì, è stato ritardato di circa 30 minuti a causa di questo incidente informatico. In realtà l’attacco è stato sviluppato in maniera naturale per il sovraffollamento del server, per un numero inaspettato di spettatori simultanei. Quindi ha poco di attacco e molto di interruzione self.
La pausa ha avuto un impatto significativo sull’audience: l’intervista, inizialmente destinata a raggiungere 8 milioni di utenti su Twitter, ha visto la partecipazione solo di 1,5 milioni di visualizzatori. La trasmissione è comunque proseguita per due ore, risultando molto più breve del previsto. Bisogna però ricordare che gli Space audio di X, non sono mai così numerosamente frequentati, quindi la piattaforma non è “abituata” a gestire quel traffico, su quella funzionalità.
Nel frattempo, si sono diffuse speculazioni tra i sostenitori di Musk su Telegram, con alcuni che ipotizzano che l’attacco possa essere stato orchestrato da hacker sponsorizzati dallo stato, mentre altri sull’app credono possa trattarsi di un’iniziativa di simpatizzanti Repubblicani desiderosi di attirare l’attenzione mediatica. Questa situazione si verifica mentre Trump si prepara a candidarsi nuovamente alla presidenza e ha già mostrato interesse a sfruttare la sua influenza politica e finanziaria, nel bel pieno della campagna elettorale USA.
Inoltre, esperti tecnici hanno suggerito che la sovrabbondanza di sostenitori di Trump e Musk che tentavano di accedere contemporaneamente possa aver ulteriormente contribuito alla congestione della rete. Tra i temi principali trattati nell’intervista, Trump ha parlato del suo ritorno a Butler, Pennsylvania, e dei suoi piani controversi per una massiccia campagna di deportazione e la costruzione di una “dome” di sicurezza per affrontare le minacce cyber e fisiche.
Questa intervista segna anche il ritorno di Trump sulla piattaforma, dopo esser stato bandito nel gennaio 2021 per incitazione a violenze durante i disordini al Campidoglio. Nel frattempo, i servizi di Google, come Maps e Cloud, hanno subito un’interruzione temporanea di circa un’ora, suggerendo la possibilità di un attacco coordinato (improbabile) o, più realisticamente parlando, di una congestione significativa dei server.