La digitalizzazione accelera, ma con essa crescono anche le minacce cibernetiche: la Legge 90/2024 e le relative linee guida ACN introducono misure concrete per rafforzare la resilienza dei sistemi informativi e delle reti critiche italiane.
Attraverso un approccio strutturato e un focus su governance, gestione del rischio e formazione, queste linee guida forniscono un modello di sicurezza scalabile ed efficace per affrontare le sfide del presente e del futuro.
La Legge 90/2024 rappresenta un punto di svolta nel panorama normativo italiano per la sua capacità di anticipare le sfide emergenti in materia di cybersicurezza.
Promulgata a giugno 2024, questa legge ha preceduto di circa tre mesi il D.lgs. 138/2024 di recepimento della direttiva NIS 2 recependo in anticipo molte delle esigenze e delle criticità poi affrontate dalla normativa di derivazione europea.
Questo elemento di tempestività sottolinea l’intento strategico del legislatore italiano, che non si è limitato a rispondere a obblighi eurounitari attraverso il recepimento della NIS 2, ma ha scelto di agire con lungimiranza per rafforzare la sicurezza del Paese.
Articolata in due Capi, la legge si pone come risposta sistemica alle crescenti minacce cibernetiche. Il primo capo delinea un quadro organico di misure per potenziare la cyber sicurezza nazionale, coinvolgendo pubbliche amministrazioni, grandi comuni, aziende sanitarie, società di trasporto pubblico e altri soggetti strategici. Il secondo capo, invece, è dedicato alla prevenzione e al contrasto dei reati informatici, mettendo in campo strumenti per migliorare il coordinamento e la reattività in caso di attacchi.
Le Linee Guida dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) riportano dettagliatamente un set di misure fondamentali per la protezione dei sistemi informativi, organizzate secondo il Framework Nazionale per la Cybersecurity e la Data Protection (FNCS).
Questo Framework, ispirato al celebre NIST Cybersecurity Framework americano, è stato adattato alle esigenze italiane per fornire un modello pratico, scalabile e flessibile, capace di essere implementato sia da enti pubblici che da organizzazioni private.
Il Framework Nazionale si basa su cinque funzioni fondamentali – Identify, Protect, Detect, Respond, Recover – che tracciano un percorso completo per la gestione della sicurezza informatica. Ogni misura di sicurezza è organizzata in funzioni, categorie e sottocategorie, assicurando un approccio modulare e coerente per affrontare rischi complessi.
Per chi già utilizza la ISO/IEC 27001, il passaggio o l’integrazione con il FNCS non rappresenta un ostacolo, ma una naturale continuità. Sebbene ci siano differenze terminologiche e alcune sfumature nelle priorità operative, entrambi i framework perseguono lo stesso obiettivo: proteggere le informazioni e garantire la resilienza dei sistemi. Così, ad esempio:
Nella sostanza, le misure di sicurezza raccomandate dal FNCS e dalla ISO/IEC 27001 conducono a risultati molto simili basandosi entrambe su framework di requisiti, analisi dei rischi e misure operative (indicati come controlli nella ISO/IEC 27001). Entrambe infatti garantiscono:
Chi adotta già la ISO/IEC 27001 può agevolmente integrare il FNCS come strumento di dettaglio operativo, senza dover reinventare processi già consolidati.
Tra le misure più rilevanti evidenziate nelle linee guida troviamo:
Vediamo come le misure raccomandate dall’ACN non solo aumentino il livello di protezione, ma favoriscano anche la conformità a normative già in vigore, come il Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica e il GDPR. La stretta correlazione tra i requisiti del FNCS e le norme italiane ed europee assicura che le organizzazioni possano allinearsi con un’unica strategia coerente, evitando duplicazioni e riducendo gli oneri amministrativi.
Il Framework Nazionale, quindi, non è un’alternativa alla ISO/IEC 27001, ma un prezioso alleato per chi cerca un approccio pratico e immediatamente applicabile. La sua integrazione nelle linee guida ACN garantisce che ogni organizzazione, indipendentemente dalla sua maturità digitale, possa implementare misure di sicurezza efficaci e universalmente riconosciute, contribuendo così a rafforzare la resilienza digitale dell’intero Paese.
La governance della cyber sicurezza non è solo un elemento strategico, ma il cuore pulsante di qualsiasi organizzazione che voglia proteggere i propri asset digitali e mantenere la fiducia di clienti, partner e stakeholder.
La Legge 90/2024 e le relative linee guida dell’ACN sottolineano l’importanza cruciale di una struttura organizzativa dedicata alla sicurezza cibernetica, evidenziando la necessità di un approccio chiaro, coordinato e trasparente.
Ogni organizzazione è chiamata a istituire una struttura dedicata alla cyber sicurezza, che non deve essere intesa come un mero gruppo tecnico, ma come un’entità strategica che permea tutti i livelli dell’organizzazione.
Questa struttura ha il compito di:
All’interno di questa struttura, la figura del referente per la cyber sicurezza gioca un ruolo determinante. Non è solo un tecnico, ma un professionista con competenze trasversali che abbracciano:
Il referente è responsabile di tradurre le strategie di sicurezza in azioni concrete, mantenendo il focus sugli obiettivi di business. Inoltre, questa figura funge da collegamento tra l’organizzazione e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), assicurando che le notifiche e le segnalazioni siano gestite in modo accurato e tempestivo.
Una governance efficace si basa sulla trasparenza dei processi e sulla loro revisione periodica. La trasparenza non si limita alla documentazione, ma riguarda la chiarezza dei ruoli e delle responsabilità, sia all’interno dell’organizzazione sia nei rapporti con terze parti.
I due pilastri della governance, quindi, sono:
Questa dinamica garantisce non solo la conformità alle normative, ma anche l’efficienza operativa e la capacità di anticipare e gestire le minacce in modo proattivo.
La governance e il referente per la cyber sicurezza sono i cardini su cui si regge l’intera struttura di protezione di un’organizzazione. Con una governance trasparente e un referente competente, ogni ente può trasformare la sicurezza cibernetica da obbligo normativo a leva strategica per la crescita e la fiducia, costruendo un futuro digitale più sicuro e resiliente.
Le linee guida includono indicazioni dettagliate su come costruire un impianto documentale solido. I documenti essenziali comprendono:
Giova evidenziare che tali linee guida si basano, come la gran parte dei framework sulla sicurezza delle informazioni su tre macrocategorie:
Le linee guida dell’ACN sono un importantissimo strumento per le organizzazioni che aspirano a raggiungere una resilienza cibernetica sostenibile. Adottarle consente di rispettare la legge, e di proteggere dati e infrastrutture critiche. Integrando principi di governance, strumenti operativi e formazione continua, queste indicazioni aprono la strada a un futuro in cui sicurezza e innovazione viaggiano di pari passo.
L’Italia, con la Legge 90/2024 e il supporto strategico dell’ACN, dimostra di voler essere protagonista in un contesto sempre più globalizzato, dove resilienza e capacità di adattamento fanno la differenza tra “subire gli eventi” e “governarli”. In un mondo interconnesso, la sicurezza cibernetica non è più un’opzione, ma una responsabilità collettiva e un’opportunità per trasformare il rischio in vantaggio competitivo.
Le linee guida non chiedono di cambiare radicalmente, ma di evolvere consapevolmente. Per chi le saprà leggere e, soprattutto, applicare, il beneficio non sarà solo di proteggere sistemi e dati, ma di rafforzare la fiducia di utenti, cittadini e partner in un ecosistema digitale più sicuro, affidabile e sostenibile.
Il futuro della cyber sicurezza non è domani: comincia oggi.